POS, GESTORI DI IMPIANTI STRADALI SUL PIEDE DI GUERRA

Il sindacato Figisc-Confcommercio, che raggruppa i gestori degli impianti stradali di carburante della provincia di Verona, denuncia l’esosità raggiunta dai costi delle transazioni elettroniche imposti dalle società che gestiscono bancomat e carte di credito.

 

“Il gestore dell’impianto a fronte di un rifornimento di 10 euro - dice Fabio Carpanè, presidente Figisc Verona - ha un costo della transazione elettronica di 5 centesimi nell’ambito di un margine lordo che non va oltre i 18 centesimi; pertanto subisce un onere pari al 30% del suo guadagno. Nel caso delle carte di credito si arriva al 40%. Infatti, mentre il costo medio delle operazioni con bancomat è di circa 0,50% del transato per le carte di credito aumenta sino allo 0,70% ed in qualche caso anche di più”.


“Riteniamo un’assurdità aver raggiunto questi livelli nel settore dei carburanti dove già subiamo un’imposizione fiscale di oltre il 60% sulla benzina e di oltre il 50% sul gasolio”, prosegue Carpanè. “Denaro che è purtroppo a carico del consumatore finale ma che le nostre aziende debbono anticipare e che in caso di fallimento delle imprese clienti non è neppure recuperabile come credito privilegiato”.


Lunedì 8 settembre, alle ore 21, i gestori associati a Figisc Confcommercio Verona, si riuniranno in assemblea per decidere le prossime azioni da intraprendere nei confronti degli istituti di credito per quanto riguarda la gestione dei pagamenti a mezzo Pos.




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