23 MILIARDI L'ANNO DI SPESE LOCALI INGIUSTIFICATE

Confcommercio 22/07/2015In Italia sarebbero possibili risparmi sulla spesa pubblica locale per 23 miliardi l'anno senza tagliare i servizi ai cittadini, anzi migliorando quelli delle Regioni che oggi hanno offrono i livelli peggiori.

 

E' la sfida lanciata da Confcommercio al governo, contenuta in un rapporto dell'ufficio studi dell'Associazione presentato il 22 luglio a Roma in un convegno al quale ha partecipato anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che è tornato sul piano taglia-tasse annunciato dal premier Matteo Renzi: "Se non avessi condiviso prima dell'annuncio del presidente del Consiglio queste misure io sarei qui oggi ma con un altro mestiere", ha detto il titolare delle Finanze garantendo che "non si tratta di un annuncio estemporaneo ma fa parte di una strategia complessa in atto da tempo".

 

Il taglio delle tasse, ha ricordato Padoan nel corso del convegno cui hanno partecipato anche Paolo Arena e Giorgio Sartori, rispettivamente presidente e direttore di Confcommercio Verona , "è efficace se è credibile ed è credibile se è permanente, per esserlo deve derivare da tagli di spesa", spiegando che il taglio della pressione fiscale deve essere "sostenibile" anche per la finanza pubblica.

 

Nel testo di Confcommercio, si legge che la spesa pubblica locale ammonta complessivamente a 176,4 miliardi ma, è il ragionamento di Confcommercio, ne basterebbero 102 perchè ciascuna Regione possa offrire gli stessi servizi ai prezzi migliori (quelli della Lombardia, secondo lo studio). Dunque 74,1 miliardi di spesa, pari al 42% del totale, sono in eccesso. Posto che per portare tutti i servizi al livello della Regione più efficiente bisognerebbe reinvestire 51,2 miliardi, circa 23 miliardi di spesa di Regioni, Province e Comuni sono "del tutto ingiustificati".

 

Dal rapporto emerge anche che la spesa pubblica locale per abitante in Italia è pari a 2.963 euro: le Regioni a statuto speciale registrano una spesa maggiore del 35,6% rispetto a quelle a statuto ordinario. A livello complessivo, invece, le uscite delle Amministrazioni pubbliche tra il 2012 e il 2014 sono risultate ancora in crescita di poco più di 6 miliardi di euro, rispetto ad un incremento assoluto del Pil di poco più superiore al miliardo, portandosi, in termini di incidenza sul prodotto, dal 50,8% al 51,1%. Le uscite correnti, infatti, hanno evidenziano aumenti per oltre 12 miliardi di euro, soprattutto per il continuo espandersi della componente delle prestazioni sociali in denaro, oltre 16 miliardi di euro in più tra il 2012 e il 2014, nonchè per l'estendersi delle prestazioni assistenziali come forme di sostegno al reddito a causa della prolungata fase ciclica.

 

Rilievi a cui ha risposto anche il commissario alla spending, Yoram Gutgeld, per il quale la spesa pubblica "è 4-5 miliardi più bassa quest'anno rispetto all'anno scorso: è un risultato che nessun Paese ha ottenuto. Noi la spesa la stiamo riducendo e lo stiamo facendo in modo piuttosto incisivo".

 

Sulla proposta di choc fiscale del governo Renzi, che contempla nei prossimi anni anche il metter mano alle aliquote Irpef, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, propone di ridurre di un punto percentuale ciascuna delle attuali 5 aliquote Irpef, con un intervento che costerebbe complessivamente poco meno di 8 miliardi di euro. "Questa pressione fiscale a livelli record - ha sottolineato Sangalli - è una carico insopportabile per famiglie e imprese ed è incompatibile con qualsiasi realistica possibilità di crescita del Paese". Il presidente ha poi incalzato: "Va scongiurata in tutti i modi l'attivazione delle clausole di salvaguardia, che comporterebbe 70 miliardi di tasse in più nei prossimi tre anni, altrimenti si brucerebbero definitivamente le prospettive di ripresa".




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