«CARO SCUOLA, IL PROBLEMA VA DIVERSAMENTE AFFRONTATO»

di Paolo Ambrosini*

Si avvicina l'inizio dell'anno scolastico e puntuale come sempre parte il festival della polemica sul caro libri con le associazioni dei consumatori che danno i numeri senza peraltro essere d'accordo dato che Federconsumatori segnala una spesa media per il corredo scolastico di 506 euro per alunno e Adiconsum addirittura di 600 euro... Già questo dovrebbe far sorgere qualche dubbio.

Al di là di quanto la famiglia è chiamata a spendere, mi chiedo se abbia senso continuare a gridare al lupo al lupo, facendo credere che il lupo siano i libri, quando oramai è chiaro che istruire un figlio richiede un impegno economico per la famiglia perché gli si devono pagare tra gli altri trasporti, mensa, gita, visite a musei parchi, materiale di cancelleria e quant’altro, senza considerare le eventuali ripetizioni; la famiglia in tutto questo è lasciata sola, salvo alcune misure di sostegno al reddito che sono rivolte alle fasce economicamente più deboli.

 

Ci si aspetterebbe dalle associazioni dei consumatori un “pressing” sui politici per interventi tesi a far sì che lo studio sia un diritto esercitato senza troppo pesare sulle famiglie come ad esempio la detraibilità delle spese per la formazione al pari di quanto avviene per le spese mediche, proposta questa avanzata da Ali-Confcommercio sin dal 2002 e che mai ha trovato nelle associazioni dei consumatori dei sostenitori convinti. E questo mentre i dati certificano cali di lettura che aggravano già la situazione del paese ultimo tra gli ultimi in Europa, e risultati non confortanti sulle capacità di lettura e di calcolo.

 

Dobbiamo essere chiari, vogliamo fare della questione uno scontro ideologico o trovare delle soluzioni che non danneggino il futuro dei nostri figli e la loro formazione? Perché quelle stesse associazioni dei consumatori e la stampa sempre molto attenta a dare voce alle loro istanze, non si preoccupano di verificare se le scuole sono dotate del necessario personale docente o se anche quest'anno si dovranno attendere nomine e/o sacrificare il diritto alla formazione dei nostri figli sull'altare degli inviolabili diritti sindacali dei docenti? Si sono ad esempio mai chiesti i consumatori e i giornalisti come vengono preparati i libri di testo da loro tanto denigrati o credono che siano un condensato di wikipedia? Hanno mai verificato se gli stessi sono conformi ai requisiti e alle conoscenze richieste dal mondo della scuola? Si sono mai chiesti, infine, come si forma il prezzo dei libri di testo, ovvero quanto di quel prezzo serve per remunerare i vari pezzi della filiera? A noi non risulta, forse perché ciò che interessa non è il futuro dei nostri figli, ma ottenere qualche strillo sui giornali per giustificare la propria esistenza e un ruolo sociale che stentiamo a comprendere se declinato in questo modo.

 

Infine quando si danno informazioni su come risparmiare sarebbe bene anche mettere in luce che ad esempio in Gdo la vendita dei libri è temporanea e quindi normalmente a fine ottobre i clienti sono lasciati a se stessi, che in internet, così come per tutti gli acquisti online, si è soli davanti a uno schermo senza cioè l'aiuto di chi conosce il prodotto che vende (ad esempio mi è stato fatto notare che in alcuni siti si possono acquistare i libri di testo per le elementari quando in realtà la famiglia non li deve comperare perché sono pagati dallo Stato), e che forse talvolta conviene spendere qualcosa in più oggi per avere garantito un servizio tutto l'anno come ad ed esempio la sostituzione dei libri guasti, o dei libri per i quali nel frattempo l'insegnante ha rivisto l'adozione. E questo, in Italia, lo garantiscono le centinaia di librerie e cartolibrerie sparse sul nostro territorio che con grande impegno offrono un servizio professionale agli studenti e alle loro famiglie tutto l'anno; un servizio che vale molto di più di qualche euro risparmiato!

 

*presidente provinciale e regionale Associazione librai Ali-Confcommercio As.Co. Verona




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