CEMENTIFICAZIONE RECORD IN VENETO. «ORA BASTA»

ZanonVeneto da record per consumo di suolo: lo dice l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale che nei giorni scorsi ha diffuso i dati sul consumo di suolo in Italia.

 

Gli fa eco il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon: “Lo andiamo dicendo da quasi un ventennio, lanciando l’allarme ai primi segnali che già parlavano di un pulluare di capannoni destinati, secondo le nostre previsioni, a fagocitare il commercio e la vita dei centri urbani per poi cannibalizzarsi”. Secondo lo studio dell’Ispra, il Veneto è al primo posto in Italia, assieme alla Lombardia, con il valore percentuale più elevato (10%) per consumo di suolo e fra i territori con il più elevato rischio idrogeologico.

“Siamo reduci da un convegno organizzato dai colleghi di Treviso e legato a questo tema – spiega Zanon - I dati e la mappa redatti per l’occasione, limitati alla provincia di Treviso, parlano di una concentrazione impressionante di centri commerciali che si sono mangiati la campagna com’è successo un po’ ovunque nel Veneto: 19 strutture di grande distribuzione solo nel Trevigiano, più 4 non operative ma approvate, cui si aggiungono 8 complessi situati al confine con le province di Venezia e Vicenza. La somma creerebbe un mega-parco commerciale da 652.943 metri quadri. Un fenomeno che ha pochi riscontri in altre regioni”.

 

Per porre un freno al dilagare dei ‘non luoghi’ nelle periferie e al conseguente degrado dei centri storici, Confcommercio è impegnata a livello nazionale e territoriale in un progetto di rigenerazione urbana in alleanza con l’Associazione dei Comuni Italiani. Tra gli strumenti, la leva fiscale e le agevolazioni ai commercianti che operano in contesti disagiati. La partita si gioca anche sul fronte dei fondi europei per finanziare progetti di riqualificazione e azioni innovative in ambito urbano.

 

“La cementificazione non fa bene al commercio, tanto meno al turismo. Ma soprattutto non fa bene alla vita sociale, alla sicurezza, alla nostra identità - aggiunge Zanon – Eppure si continua a costruire, si continuano a concedere aree e cambi d’uso. È vista che prima o poi (sta già accadendo) le periferie precipiteranno nel degrado con i loro inutili capannoni vuoti. Nel frattempo i centri urbani si sono svuotati. Per recuperarli, abbiamo avviato una serie di progetti chiedendo che venga data la precedenza al riuso dell’esistente piuttosto che alla costruzione di nuovi ‘mostri’”. “Le nostre città – conclude Zanon - hanno bisogno di grandi progetti, di visioni lungimiranti, per tornare ad essere attrattive per i cittadini, per i consumatori, per i visitatori, per i lavoratori e per gli investitori e gli imprenditori. Le periferie di plastica dei centri commerciali che hanno sostituito i campi sono ormai sature”.




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