DIRETTIVA ANTI-INCIDENTI STRADALI, I PUNTI SALIENTI

Lo scorso 21 luglio, il Dipartimento Pubblica Sicurezza – Servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno ha emanato una nuova direttiva per garantire un’azione coordinata di tutte le forze di polizia al fine di prevenire e contrastare i principali comportamenti alla base degli incidenti stradali. 

 

 

Il nuovo provvedimento ha l’obiettivo di adeguare le istruzioni presenti nella precedente direttiva del 14 agosto 2009 tenendo conto da un lato dei nuovi pericoli alla guida, che hanno determinato dal 2015 ad oggi un incremento degli incidenti mortali e dei decessi dall’altro del progresso tecnologico raggiunto dagli apparecchi volti al rilevamento automatico delle violazioni.

 

Nella direttiva vengono segnalate le azioni di prevenzione e contrasto sulle quali si concentrerà l’azione delle forze di polizia e delle polizie locali come: lotta alla guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di stupefacenti; contrasto agli eccessi di velocità, controlli del rispetto degli obblighi di utilizzo delle cinture di sicurezza e del casco protettivo e, infine, contrasto di tutti quei comportamenti che costituiscono motivo di distrazione per il conducente, con particolare attenzione all’uso di cellulare e smartphone durante la guida.

 

Operazioni massicce e mirate su uso dei telefonini alla guida, cinture di sicurezza (anche posteriori) e seggiolini per bambini. Avvio su tutto il territorio nazionale del “drogometro” per permettere più controlli su chi guida sotto effetto di stupefacenti. Aggiornamento delle “istruzioni” del 14 agosto 2009 (la cosiddetta direttiva Maroni) sui controlli di velocità, per tenere conto delle caratteristiche del Tutor e dei nuovi Telelaser, ampliandone l'utilizzabilità in alcuni casi e limitandola in altri. Il tutto con un maggior coordinamento da parte delle Prefetture. In sintesi, è tutto qui il senso della nuova direttiva per il contrasto delle principali cause degli incidenti stradali, emanata ieri dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, sotto forma di circolare del servizio Polizia stradale, protocollata col numero 300/A/5620/17/144/5/20/3.


Il provvedimento, annunciato già ad aprile, è un tentativo di dare una risposta all'aumento degli incidenti mortali registrato nel 2015 e – presumibilmente – nei primi mesi di quest'anno, dopo un quindicennio di riduzioni (l'Italia, come tutti i Paesi Ue, ha preso l'impegno di dimezzare le vittime entro il 2020 rispetto al dato del 2010, già influenzato da un analogo impegno al dimezzamento preso a fine anni Novanta). Inoltre, c'era l'esigenza di far diventare operativi gli aggiornamenti sui controlli di velocità, sostanzialmente pronti da anni in una bozza di decreto ministeriale che dal 2011 avrebbe dovuto disciplinare anche la ripartizione dei proventi autovelox del Comuni e che non ha mai visto la luce per il suo potenziale impatto sulla finanza locale.

 

Sul fronte dei telefonini, si invitano le forze di polizia a prevedere operazioni ad “alto impatto” (aumento delle pattuglie in certi giorni, impiegandole sullo stesso tipo di controllo). La Polizia stradale sta già adottando questo metodo dall'anno scorso. Si aggiunge un invito all'attenzione rivolto agli agenti normalmente non adibiti a controlli stradali. I risultati che verranno raggiunti dipenderanno non solo da quella che sarà l'effettiva possibilità di mobilitare risorse in tempi di tagli agli organici: ci sono anche problemi normativi. Infatti, l'articolo 173 del Codice della strada vieta di usare le mani su “apparecchi radiotelefonici” ma, essendo stato scritto nel 1992, non prende in considerazione i sempre più diffusi e complessi sistemi multimediali dei veicoli di oggi. Inoltre, la sospensione della patente già alla prima infrazione (oggi è prevista solo per i recidivi) e il raddoppio della multa e del periodo di sospensione, di cui si è tanto scritto in questi giorni, sembrano lontani dall'entrare in vigore: finora hanno l'ok della sola commissione Trasporti della Camera, nell'ambito di un Ddl di cui si discute da aprile 2014.

 

La direttiva chiede più controlli anche su cinture e seggiolini. Altri fronti che richiedono molti agenti, perché le infrazioni si accertano solo fermando più veicoli possibile. Va letto anche in questa chiave l'allargamento dei poteri di coordinamento delle commissioni prefettizie per la sicurezza stradale, che dovrebbero evitare doppioni e così limitare le scoperture nelle attività su strada dei vari organi di polizia.

 

Quanto alla droga, viene “promosso” il metodo sperimentato dal 2015 in 35 province: uso di precursori per test rapidi e, solo in caso di positività, prelievo del sangue (inviato poi a Roma per le analisi, con rigidi protocolli) e visita medica per accertare che la droga presente nell'organismo stesse davvero facendo effetto durante la guida. Il metodo ha funzionato, consentendo di ampliare il numero di controlli, che era sempre stato bassissimo a causa della loro complessità e incertezza. Il prossimo passo sarà, tra qualche anno, la possibilità di estendere il test alle “nuove droghe”, sempre più diffuse.



Quanto alla velocità, la direttiva Maroni viene integrata stabilendo innanzitutto che il Tutor può controllare la velocità media anche su tratti dove per situazioni contingenti (cantieri e pioggia) il limite di velocità varia. Ma in questo caso l'eccesso di velocità va calcolato rispetto al limite più alto. Il Telelaser va invece usato tenendo conto che normalmente misura la velocità prima del punto in cui è installato, quindi va reso ben visibile anche prima del punto in cui effettua la misurazione; si può usare anche in modalità automatica (senza presenza di agenti) inquadrando la parte anteriore dei veicoli in avvicinamento, ma solo se c'è un software che oscura i volti degli occupanti del mezzo.

Le spese di accertamento (addebitate al destinatario del verbale in aggiunta alla sanzione) possono comprendere solo i costi effettivamente sostenuti per rilevare l'infrazione e notificarla. Sono quindi esclusi gli eventuali costi che sorgono successivamente, come l'assistenza legale e il recupero del credito.




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