LAVORO, ARENA: IL MONDO E' CAMBIATO, ADEGUIAMOCI

“Il mondo è completamento cambiato, dobbiamo capire come diventare competitivi a fronte dei gap strutturali e infrastrutturali di cui soffre l’Italia, non si può mettere in contrapposizione l’organizzazione aziendale con la produttività perché è limitante. Mentre la rappresentanza resta fondamentale”.

 

 

Lo ha detto Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, in occasione del convegno “Ri-conquistiamo il lavoro? Spazi, significati e tempi della contrattazione collettiva” che si è svolto oggi, venerdì 19 gennaio, con organizzazione della Cisl provinciale, per mettere a confronto esperti, sindacati e associazioni di categoria (cliccare qui per leggere la news di presentazione).

 

“I corpi intermedi sono fondamentali, oggi - ha aggiunto Arena - ci sono 800 contratti a livello nazionale: sono troppi e sono un componente della competitività. Imprenditori e lavoratori, che le nostre aziende del terziario chiamiano collaboratori, vanno visti come squadra, non in contrapposizione. Dobbiamo allargare lo sguardo e gli orizzonti: oggi il problema non è più l’emigrazione da sud a nord ma l’emigrazione all’estero”.

 

Un grande problema che ha profonde ripercussioni sull’economia e sul lavoro, ha aggiunto Arena, è la “shadow economy, la concorrenza sleale sempre più diffusa nel turismo e nel terziario di mercato più in generale che sta spingendo le aziende regolari fuori dal mercato e sfavorisce l'inserimento di figure regolari nel mondo del lavoro”.

 

“Per ripartire serve un contratto-Paese, servono tavoli collaborativi, serve sostegno alle imprese per non farle delocalizzare”, ha continuato il presidente di Confcommercio Verona. “Un’azienda se ha successo offre maggiori possibilità economiche ai lavoratori: siamo tutti sulla stessa barca, ma servono politiche attive per il Paese perché gli imprenditori tornino a fare impresa bene e lo facciano in Italia. Avremmo bisogno, per questo, di regole uguali all’interno dell’Unione Europea”.

“Bisogna fare attenzione”, ha concluso Arena rivolgendosi alla folta platea e agli organizzatori. “La demonizzazione delle rappresentanze ci ha fatto diventare più realtà di servizio e meno sindacato. Riflettiamo”.




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