ASSEMBLEA CONFCOMMERCIO 2019, LA RICETTA PER IL RILANCIO

ASANGAIn Europa c'è bisogno di un'Italia protagonista, che sappia fare proposte. Tra queste "è prioritario togliere dal computo del deficit gli investimenti cofinanziati in materia di infrastrutture, di innovazione e di capitale umano; completare l'Unione bancaria con uno schema comune di garanzia dei depositi;  rilanciare l'iniziativa per il varo di un'efficace web tax".

 

Il presidente Carlo Sangalli ha iniziato la sua relazione all'Assemblea 2019 di Confcommercio - cui ha preso parte un'ampia delegazione veronese guidata dal presidente Paolo Arena, membro nazionale di giunta e dal direttore generale Nicola Dal Dosso - con uno sguardo oltreconfine, per poi passare subito a parlare del nostro Paese, al quale servono "realismo e saggezza" visto che la situazione economica non è certo tranquillizzante. 

 

La delegazione veronese

 

"Non basta quello che si sta già facendo, la ripresa è quasi nulla e per la crescita si deve e si può fare di più", ha detto Sangalli, sottolineando che "restano sfide strutturali che vanno vinte per imboccare un nuovo sentiero di sviluppo". Tra queste "una maggiore produttività nei servizi, perché sono i servizi di mercato il polo attrattore di produzione ed occupazione: prima, durante e dopo la crisi. In particolare, le imprese condotte dalle donne. Sono le nostre imprese, le imprese del commercio, del turismo, dei servizi, della logistica e delle professioni, che negli ultimi venti anni hanno difeso l'occupazione di questo Paese".

 

Per raggiungere l'obiettivo della crescita il presidente di Confcommercio ha suggerito l'utilizzo di "due ali - innovazione e infrastrutture - e un motore, la riforma fiscale". Bisogna dunque "puntare sul digitale", ma per le imprese rappresentate da Confcommercio ciò significa anche "un cambiamento di prospettiva della pubblica amministrazione. La digitalizzazione funziona benissimo per i controlli e per le tasse, mentre la cattiva burocrazia continua ad ingessare le imprese e ad essere un costo aggiuntivo". Basti pensare ai nuovi registratori di cassa: "abbiamo chiesto sei mesi, solo sei mesi in più, per organizzarci e affrontare l'investimento. E' davvero così complicato venire incontro a questa richiesta?", si è chiesto Sangalli, che ha quindi evidenziato che "c'è vera innovazione dove la tecnica e la tecnologia migliorano il nostro essere persone, comunità e società".

 

Passando al capitolo infrastrutture, il presidente confederale ha esaltato il ruolo di trasporti e logistica chiedendo "una strategia europea integrata per l'accessibilità e il completamento, senza esitazioni o fraintendimenti, del disegno delle reti prioritarie di trasporto". Infine, il "motore", la riforma fiscale, prima della quale occorre però "eliminare definitivamente gli aumenti delle aliquote Iva previsti nel prossimo biennio". Questa, ha scandito Sangalli, "non è una battaglia della Confcommercio, per la Confcommercio. E' una battaglia della Confcommercio a beneficio di ciascuno e di tutti i cittadini".

 

Al di là delle rassicurazioni, "siamo e restiamo preoccupati perché mi pare si cominci a respirare un clima politico e culturale di rassegnazione come se l'aumento dell'Iva appartenesse al nostro destino e non fosse una scelta nelle nostre mani. Usciamo da questa trappola, mentale prima che contabile, noi non abbassiamo la guardia, né oggi, né domani, né mai", ha aggiunto. L'altra grande urgenza fiscale è "il processo di riordino e progressiva riduzione delle aliquote d'imposta sui redditi personali", che deve tenere insieme tre principi: "semplicità degli adempimenti;  equità di una ‘no tax area' che valga per lavoro dipendente e autonomo;  progressività, anche attraverso un uso accorto delle detrazioni e delle deduzioni d'imposta".

 

Le risorse dovranno essere trovate "dal riordino e dalla riduzione della spesa pubblica improduttiva, dalle dismissioni di patrimonio, dal contrasto e dal recupero di evasione ed elusione". Passando a parlare di contratti e rappresentanza, il presidente di Confcommercio ha detto: "noi siamo per uno Stato autorevole. E uno Stato forte e autorevole riconosce, in chiave di sussidiarietà, il ruolo dei corpi intermedi, il ruolo delle parti sociali. Chiediamo di permetterci di fare meglio il nostro lavoro, rafforzando la contrattazione collettiva tra le parti sociali più rappresentative". Capitoli successivo delle relazione il tema delle città, dove va migliorata la "qualità del vivere e del lavorare, dai centri storici alla rigenerazione delle periferie", esaltando "la capacità dell'impresa diffusa di contribuire al lavoro di ‘rammendo' di città grandi e piccole".

 

E quello del turismo, settore nel quale "pesano i ritardi nell'emanare - e a volte anche semplicemente nell'applicare - norme di contrasto all'abusivismo" e per il quale "va messa in campo una strategia a regole vigenti ripartendo dal Piano Strategico di Sviluppo del Turismo per il periodo 2017-2022". Infine gli investimenti, pubblici e privati: "ci sono – ha sottolineato Sangalli - oltre 100 miliardi di euro di opere programmate a bilancio, i cantieri vanno sbloccati davvero e non solo sulle pagine della Gazzetta Ufficiale", mentre il rilancio degli investimenti privati "chiama in causa la riattivazione del circuito virtuoso tra credito e sviluppo di cui i Consorzi Fidi devono essere parte integrante".

 

 

Di Maio: L'Iva non aumenterà

L'anno scorso sono venuto qui a dire che l'Iva non sarebbe aumentata e allo stesso modo dico oggi, con molta fermezza, che non aumentera' neppure nella prossima legge DI bilancio. Lo dico non come un annuncio ma con la credibilita' con la quale abbiamo affrontato altre questioni". Lo ha detto il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, intervenendo all'assemblea annuale dI Confcommercio. Di Maio ha poi parlato della lettera che l'Ue ha mandato al governo italiano: ""Queste lettere sono abbastanza paradossali, non le respingeremo al mittente ma le discuteremo", tuttavia, "se fai sempre le stesse cose e ti aspetti un risultato differente o sei in malafede o non competente". "La lettera dimostra che l'Europa non ha imparato niente dal passato: ancora una volta ci dice, la congiuntura è sfavorevole, dovete tenere fermi i soldi, ma queste due cose cozzano tra di loro".

 

Il ministro ha quindi detto che "dai vincoli di bilancio Ue occorre svincolare gli investimenti e anche quelli sulle reti energetiche. "La lettera Ue ci dice che dobbiamo abbassare le tasse sul lavoro. Dobbiamo fare più investimenti e investire sulla green economy. Dai margini di bilancio svincoliamo gli investimenti in infrastrutture e nelle reti". Per Di Maio occorre investire nelle reti e nell'energia green "iniziamo a eliminare oneri fissi che i cittadini e le imprese vedono in boletta". "Se vogliamo difendere un tessuto produttivo come quello delle imprese italiane, costituito per il 99% da imprese con in media 15 dipendenti, dobbiamo avere un commissario europeo nei ruoli che si occupano Di Di imprese, commercio e industria. Dobbiamo ambire di nuovo ad un commissario del genere". "Non sarà semplice - ha precisato il ministro - perché con questa procedura aperta non sarà semplice, ma l'Italia è la seconda manifattura d'Europa e pretende un commissario che lo ricordi a tutti che la seconda forza manifattura d'Europa" ha bisogno di regole per imprese con in media 15 dipendenti e non 150"




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