COVID, LA ROAD MAP PER L'ALLENTAMENTO DELLE MISURE

Il Consiglio dei ministri del 16 marzo scorso ha approvato la road map per l'allentamento delle misure di contenimento contro la pandemia. Il provvedimento con le nuove disposizioni era stato in precedenza presentato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della cabina di regia tra il premier Mario Draghi, i capidelegazione delle forze di maggioranza e i vertici del Comitato tecnico scientifico. 

"Abbiamo fatto dei passi fondamentali verso la riapertura - ha detto Draghi - ma naturalmente osserviamo con attenzione l'andamento della curva epidemica e siamo pronti ad adattare il nostro apparato anche in senso più espansivo, se sarà il caso, ma in questo momento intendiamo mantenere questi provvedimenti".

All'interno del decreto si legge infatti che il Ministero della Salute potrà, per tutto il 2022, "introdurre limitazioni agli spostamenti da e per l'estero, nonché imporre misure sanitarie in dipendenza dei medesimi spostamenti".

 

Vediamo nel dettaglio le date della road map e le decisioni approvate dal governo.

  • Il 31 marzo finisce lo stato di emergenza
  • Dopo 26 mesi l'Italia abbandonerà il sistema dei colori e la struttura commissariale: al posto del generale Francesco Paolo Figliuolo subentrerà un'unità temporanea istituita ad hoc, presso il Ministero della Difesa, per portare a termine la campagna vaccinale. Verrà sciolto anche il Comitato tecnico scientifico, che fino al 31 dicembre confluirà in una sezione operativa al Ministero della Salute.
  • L'obbligo del vaccino rimarrà fino al 15 giugno, ad eccezione del personale sanitario e delle Rsa, e dal primo aprile cadranno tutte le sanzioni, tranne quella pecuniaria. La possibilità di ricorrere allo smart working nel settore privato, senza accordi individuali, sarà prorogata fino al 30 giugno 2022.
  • Dal primo aprile cade l'obbligo del green pass rafforzato per bar e ristoranti all'aperto.

Dal primo maggio stop al green pass
Il passaporto sanitario rimarrà in vigore fino al 30 aprile, come anche l'obbligo delle mascherine al chiuso. Non sarà inoltre più necessaria la quarantena precauzionale dopo un contatto con un positivo, anche per i non vaccinati. Il green pass rafforzato sarà obbligatorio al chiuso fino alla fine di aprile per:

  • bar e ristoranti (esclusi quelli all'interno di alberghi e di altre strutture ricettive, riservati esclusivamente ai clienti alloggiati);
  • per i centri benessere (anche all'interno di strutture ricettive);
  • piscine e palestre;
  • sport di squadra e di contatto;
  • le sale gioco;
  • centri culturali, sociali e ricreativi;
  • cerimonie civili e religiose;
  • spettacoli;
  • le discoteche;
  • i congressi;
  • gli eventi sportivi al chiuso.

Solo i turisti stranieri in Italia potranno entrare nei ristoranti con un green pass base (quindi anche con un semplice tampone negativo) a partire dal primo aprile.

 

Il green pass base sarà invece necessario sempre fino al 30 aprile per:

  • mense;
  • concorsi pubblici;
  • colloqui in carcere.

Dal primo aprile la capienza degli impianti sportivi e degli stadi torna al 100% sia all'aperto che al chiuso (con mascherina), come anche le discoteche all'aperto.

 

Via il super green pass al lavoro
Con il termine dello stato di emergenza a partire dal primo aprile per l'accesso al lavoro sarà sufficiente il green pass base anche per gli over 50, ma resteranno fino al 30 le sanzioni per chi ne è sprovvisto.

 

Green pass per i trasporti
Per il trasporto pubblico locale non sarà più necessario il green pass a partire dal primo aprile. Rimane quello base per i mezzi a lunga percorrenza, ma solo fino al 30 aprile. Dal primo maggio si potrà quindi viaggiare senza bisogno di certificato.

 

Fipe: “ingiustificata la proroga del green pass per ristoranti e bar”
"L'eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione. Oltre il 40% dei turisti alloggia in strutture ricettive extra alberghiere e bar e ristoranti sono servizi essenziali del soggiorno". Così Fipe-Confcommercio che ricorda che "il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l'accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura emergenziale e come tale deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d'emergenza. Imporre questo impegno per altri trnta giorni ai gestori dei locali, in una stagione determinante per le attività turistiche quale è l'avvio della primavera e con la Pasqua alle porte, non ha più alcuna giustificazione. Ogni giorno l'obbligo impone di dedicare almeno una persona a questo compito a fronte di un numero minoritario di 'no vax' che ha già deciso, a prescindere, di non vaccinarsi".

 

Per la Federazione si tratta in altri termini di “un costo inutile in un periodo fortemente critico. Siamo stati in prima linea, da subito, nel sostenere, senza se e senza ma, la campagna vaccinale e le varie misure introdotte, green Pass incluso, ma oggi resta la spiacevole sensazione che non si comprenda pienamente lo stato in cui versa il settore e la sua importanza come seconda voce di spesa dei turisti. Lo stop dal primo aprile al green pass per gli stranieri è un primissimo segnale, ma bisognava avere maggior coraggi dando un po' di respiro alle nostre imprese, piegate da due anni di pandemia, da un aumento esorbitante dei costi dell'energia e delle materie prime alimentari e dall'assenza di flussi turistici. Bene ha fatto il ministro Garavaglia, cui va il nostro ringraziamento, a rimarcare l'importanza della ristorazione e come a provvedimenti di restrizione debbano seguire compensazioni economiche. Servono provvedimenti urgenti e servono subito anche a costo di un ennesimo scostamento di bilancio".




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