Inaugurato il corso di Alta Formazione in gestione della libreria

Ieri a Roma, nella sede di Confcommercio, è stato inaugurato il 17° Corso di Alta Formazione in gestione della libreria, organizzato da Ali-Confcommercio e dalla Scuola Librai Italiani. Un vero e proprio laboratorio in cui si studiano buone pratiche per la progettazione delle librerie del futuro: scopo principale è quello di fornire gli strumenti per formare dei veri librai imprenditori che sappiano affiancare alla passione e alla conoscenza dei libri una indispensabile competenza gestionale.

Il percorso formativo sarà arricchito di numerose testimonianze da parte dei principali attori della filiera editoriale (editori, librai, autori, ecc.). I lavori sono stati aperti dagli interventi del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, del presidente di Ali Confcommercio, il "nostro" Paolo Ambrosini e del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

 

Successivamente c'è stata la testimonianza di Giulia Basili, ex allieva della Scuola Librai Italiani e l’incontro con Gian Arturo Ferrari che presenterà il suo ultimo libro “Storia confidenziale dell'editoria italiana”.

Si ferma il calo delle librerie in Italia
Nell'ambito della presentazione del corso, sono stati illustrati i risultati di una ricerca Ali sull'andamento delle librerie. Nel 2022 si è arrestato il trend di diminuzione delle librerie e si è registrata una modesta inversione di tendenza rispetto al passato. Sono 4424 le imprese del commercio al dettaglio di libri in Italia (+0,1% sul 2021), di cui 327 vendono usato. Due librerie su cinque sono al Settentrione (24,2% nel Nord Ovest e 17% nel Nord Est), mentre un terzo sono collocate al Sud. Lombardia e Lazio sono le regioni con il numero più elevato di librerie (rispettivamente 569 e 538) seguite da Campania e Toscana che registrano un lieve aumento (+ 1% e + 1,4% tra il 2021 e il 2022).

 

Sangiuliano: "Il libro ha un valore etico e di crescita civile"
Si è definito un "fanatico del libro" che ha "nella sua vita ha acquistato quasi quindicimila libri". Così ha esordito il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso del suo intervento nella sede di Confcommercio per la presentazione del corso di alta formazione professione per librai, organizzato da Ali. "Dobbiamo aiutare questo settore - ha detto Sangiuliano - perchè il libro ha un valore etico, costituzionale e di crescita civile. Non possiamo trattare il libro come qualsiasi attività commerciale, dobbiamo intervenire perché ne va della crescita civica della nazione. Lo sviluppo di buoni cittadini avviene anche grazie alla lettura". "Dobbiamo aiutare il libro e i giovani che vogliano intraprendere l'attività di librai che per me sono degli eroi", ha sottolineato ancora il ministro e ha ribadito che "non vogliamo essere luddisti, ma è evidente che Amazon deve pagare le tasse, come tutte le altre imprese". Poi Sangiuliano ha elencato alcune proposte per il settore: "per le librerie ho delle idee: voglio stabilire l'equo canone per le librerie imponendo a Comuni ed Enti pubblici, proprietari di immobili importanti, a locare quegli immobili un canone agevolato a chi vuole intraprendere l'attività di libraio. Sono pronto a battermi in Ue se qualcuno dovesse dirmi che sono aiuti di stato". Poi il ministro ha detto che si può ragionare su una tax credit o di un Fus anche per il mondo del libro. A breve ci metteremo a tavolino vedendo ciò che realisticamente si può fare".


Sangalli: "Le librerie incrociano la cultura con il commercio"
Nel suo discorso in occasione della presentazione del Corso di Alta Formazione in gestione della libreria, il presidente Sangalli ha sottolineato che il primo obiettivo del Corso è quello di "incoraggiare la crescita di un comparto tradizionale della Confcommercio: le librerie. Si dice che le librerie sono un luogo dell’anima, che appartiene ai ricordi e alle scelte delle persone. Ma sono anche un luogo fisico che “fa la città”, ne scandisce la vita quotidiana e determina l’immagine e la vivibilità. Ecco perché la Confcommercio considera la categoria dei librai una delle componenti maggiormente identitarie della propria rappresentanza. Perché le librerie incrociano la cultura con il commercio, la geografia urbana con la creatività, la tradizione con l’innovazione. E dunque valorizzare le librerie rientra in pieno in quel lavoro di rappresentanza e rafforzamento di un settore sul quale in generale la nostra Organizzazione sta puntando molto: quello della cultura". "Cinque anni fa - ha ricordato Sangalli - con il Presidente Carlo Fontana, storico Sovrintendente della Scala di Milano e allora Presidente di AGIS, abbiamo deciso di creare in Confcommercio Impresa Cultura Italia. La nostra idea è stata quella di integrare la cultura nella rappresentanza di Confcommercio-Imprese per l’Italia, per sottolineare che la cultura è una componente fondamentale e autonoma, trasversale ma non accessoria, del terziario di mercato e dell’economia del Paese. Così è nata Impresa Cultura Italia che riunisce in un unico coordinamento 13 federazioni e associazioni del mondo Confcommercio che interpretano le diverse facce della impresa culturale nel nostro Paese: dalle librerie ai locali storici, dagli spettacoli dal vivo alle guide turistiche, dai cinema ai teatri, dai servizi creativi ai festival internazionali".

Il ruolo fondamentale della politica
Secondo Sangalli però, "senza che la politica, e soprattutto chi governa, sia convinto e determinato nell’adottare misure utili, anzi, strategiche, per il settore, non possiamo infatti andare da nessuna parte. Quando il Presidente Ambrosini chiede e richiede interventi sull’editoria scolastica, quando chiede la detrazione fiscale per l’acquisto dei libri, quando fa una battaglia contro la riproduzione abusiva dei testi, è infatti al Governo che si rivolge per mettere in campo misure che significano molto non solo per il mondo dei librai, ma per il livello di civiltà del Paese. Questo corso di alta formazione punta alla crescita, sia in termini numerici, sia in termini di qualità, delle librerie in Italia. Lo fa, con determinazione, investendo sui giovani. Ed è giusto. Se il Paese non può perdere il suo patrimonio culturale, i giovani non possono perdere l’occasione della cultura. Ma la cultura è anche il domani, il futuro. Perché è scelta dai giovani quando fanno impresa. Ed è amata dai giovani: la maggioranza degli spettatori che frequentano gli spazi culturali, infatti, è compresa tra i 35-40 anni. Alla cultura bisogna essere educati. Per questo, possiamo considerare la cultura la “gioventù” della nostra economia. E’ la parte più vitale, ma anche in formazione della nostra economia. E’ quella che porta innovazione, creatività, rigenerazione. E’ la parte della nostra economia che ha davanti il futuro più grande e che aiuta a scrivere il futuro di tutti. Così in un’epoca di paperless, blockchain e metaverso, non credete a chi dice il libraio non è “un mestiere per giovani”.

 

I ragazzi che scelgono questo corso sono la dimostrazione che è un meraviglioso lavoro pieno di futuro. E sono la speranza non solo del vostro comparto, ma dell’intero mondo del commercio di prossimità perché formazione, professionalità, approccio manageriale, nuovi linguaggi e innovazione fanno la differenza tra chi lavora per sopravvivere e chi vuole restare sul mercato, e addirittura cambiarlo. Certo un libraio non deve essere per forza giovane. Tuttavia, lo dimostrano i dati, per gestire un’attività tradizionale come una libreria bisogna farlo in modo giovane, perché bisogna sempre pensare a crescere. Concludo quindi facendo gli auguri per questo corso e per l’avvenire che apre a tanti giovani. Lo faccio ricordando le parole di un inglese, critico letterario e politico Augustine Birrel che diceva “Le librerie non si fanno; le librerie crescono”.


Ambrosini: "Valorizzare ancora di più il ruolo del libro e della lettura"
"In questi diciassette anni questo corso ha accompagnato e sostenuto l’evoluzione delle librerie aiutando gli aspiranti librai, sono stati circa 300 i nostri allievi dei quali circa 100 oggi hanno aperto una loro impresa o collaborano in aziende già avviate, ad affrontare con consapevolezza e strumenti un mercato affascinante ma pieno di insidie". Così il presidente di Ali, Paolo Ambrosini, nel suo intervento in occasione della presentazione del corso di Alta formazione in gestione della libreria. "Diciassette anni anni nei quali il mercato è profondamente cambiato - ha detto Ambrosini - anche a seguito nel 2010 dello sbarco in Italia di Amazon; ma già prima vi erano elementi di forte concorrenza con un assetto di mercato sregolato che premiava la promozione del libro attraverso il suo prezzo, favorendo quindi quegli operatori che più potevano usare quella leva, dato che non hanno nei libri la loro attività principale, e a discapito della rete commerciale tradizionale, per la quale la tenuta della marginalità rappresenta un punto necessario e che noi con la nostra scuola abbiamo sempre cercato di insegnare ai nostri allievi, grazie anche al prezioso lavoro dei nostri docenti di Ca’ Foscari".

 

"La guerra sui prezzi - ha osservato Ambrosini - ha prodotto un cambio radicale e profondo della rete commerciale, depauperando i territori più fragili e indebolendone la presenza nelle città, questo fino al 2020 quando l’entrata in vigore della legge lettura approvata all’unanimità dalle Camere, ha spostato la promozione del libro dal suo prezzo ai suoi contenuti, consentendo alle librerie di poter tornare a competere con gli altri operatori presenti nel mercato, online compreso. A distanza di tre anni, peraltro anni difficili per la crisi Covid, i dati tutti confermano la bontà di quella scelta: crescono, ed è la prima volta dopo anni, seppur di poco i numeri della rete delle librerie, i lettori reggono e anzi in alcune fasce d’età crescono". "A quanto previsto dalla legge si sono aggiunti in periodo Covid il riconoscimento del libro bene essenziale e il bando per le biblioteche, misura questa che ha portato ad una distribuzione annuale di 30 mln di risorse per l’implementazione dei fondi bibliotecari acquistati dalle biblioteche in almeno tre librerie del territorio, e che ha consentito di avvicinare e avviare collaborazioni tra le due infrastrutture per la promozione della lettura: librerie e biblioteche. Uno strumento questo che ci aspettiamo venga ripreso e stabilizzato perché ha aiutato tutta la filiera dall’editore al lettore". "Un capitolo a parte meritano App18 recentemente riformata, che sino ad oggi ha offerto a generazioni di diciottenni di scoprire o riscoprire il piacere della lettura in assoluta libertà da vincoli di reddito e di condizione sociale come risulta evidente dai dati della lettura e per la cui applicazione siamo in attesa di ricevere la convocazione promessa nelle scorse settimane e Carta docente, che ha dato agli insegnanti risorse per l’aggiornamento utile per svolgere al meglio il loro compito".

 

Le richieste di Ali
"A questo quadro di misure - ha detto Ambrosini - chiediamo che si aggiungano anche: misure per sostenere l’apertura e il rinnovo delle librerie con un fondo rotativo nazionale dedicato; interventi sull’editoria scolastica, ancora più urgenti quest’anno viste le tensioni sui costi trasferite oggi sui prezzi dei testi che andranno a esporre ancora di più la rete delle librerie e cartolibrerie al rischio chiusura e un più deciso contrasto della reprografia abusiva che tanto fa male al mondo dell’editoria e dell’editoria universitaria in particolare sottraendo vendite e contribuendo a diffondere quella cultura dell’illegalità che mina alla radice il tessuto socioeconomico del nostro Paese. Infine - ha aggiunto Ambrosini - la detrazione fiscale per l’acquisto dei libri per tutti senza vincoli di reddito". "Interventi che solo in parte sono stati inseriti nel disegno di legge collegato alla legge di bilancio che vorrebbe dotare anche il mondo del libro di una legge organica al pari di quanto avviene per il cinema ma con una differenza sostanziale che lascia perplessi: la dotazione economica prevista è molto scarsa e ben lontana dagli oltre 400 milioni previsti annualmente per il cinema malgrado il libro sia la prima industria culturale del Paese.

 

Per questo non possiamo ritenerci soddisfatti per quanto rappresentiamo come valore culturale e imprenditoriale: questa legge senza adeguate risorse è una scatola vuota. Non siamo qui a chiedere soldi ma a chiedere che sul libro e la lettura il Paese investa in una logica di sviluppo di un settore che può essere, e lo attestano svariati studi, una leva fondamentale per aiutare l’innovazione e lo sviluppo. Si deve e si può fare di più per il libro, la lettura e le librerie -ha concluso Ambrosini - perché la difesa e il sostegno della rete delle librerie, risponde non solo a un interesse di parte ma soprattutto a quell’idea di Paese di città, che da sempre come Confcommercio cerchiamo di promuovere nel quale il presidio e la valorizzazione dei nostri territori si costruisce e realizza grazie alla presenza di operatori commerciali in grado di rendere vitali i nostri centri urbani e quartieri".




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