CONFCOMMERCIO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE:URGE LEGGE QUADRO PER IL SETTORE

Una legge quadro sul commercio, in grado di tutelare gli esercizi tradizionali dall'assalto della grande distribuzione. E' la richiesta avanzata al presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato dai rappresentanti provinciali della Confcommercio, nel corso di un incontro svoltosi ieri a Mestre nella sede della Confederazione. Delegazione al completo, guidata dal direttore regionale Eugenio Gattolin, e composta dai direttori di tutte le sette province: Andrea Gallo di Vicenza, Danilo De Nardi di Venezia, Piero Tedesco di Tereviso, Federico Barbierato di Padova, Giorgio Sartori di Verona, Luca Dal Poz di Belluno, Danilo Tecchiato di Rovigo. Presente per Rovigo anche il presidente Raul Lorenzoni.A preoccupare i commercianti, già in affanno per la grave crisi economica in atto che li sta pesantemente interessando, sono le ulteriori negative conseguenze per la loro attività in conseguenza della totale liberalizzazione del settore, che finisce di fatto - hanno detto - per agevolare solo le grandi strutture di vendita, più attrezzate per far fronte ad aperture e ad orari senza limiti. A Ruffato i rappresentanti di Confcommercio hanno ribadito la loro condivisione del "compromesso" raggiunto dall'ultima legge regionale sulle aperture domenicali, sollecitando una azione forte e il più possibile condivisa per far valere quella scelta, sconfessata purtroppo dal Governo e dai Tribunali. Il negozio tradizionale - hanno ricordato - ha perso negli ultimi dieci anni più del 10 per cento della propria fetta di mercato, passando dal 42 per cento del 2000 al 29 del 2010. A tutto vantaggio della grande distribuzione che ha conquistato ormai quasi il 60 per cento. Ruffato ha detto di condividere l'allarme della categoria, alle prese con problemi economici ed occupazionali sempre più gravi. Ma ha anche manifestato preoccupazione per le conseguenze che l'impoverimento dei negozi tradizionali avrà su altri fronti, non meno importanti di quello meramente economico, come la vita dei centri storici delle grandi città e più in generale delle piazze di paese o la "fortuna" o meno dei nostri prodotti, di cui il tradizionale piccolo esercizio commerciale è insostituibile veicolo.  Il presidente ha evidenziato anche il valore sociale di queste strutture, quasi tutte a conduzione familiare, per le quali la fine dell'attività costituisce sempre un problema ancora più drammatico. Il nostro impegno per la sopravvivenza e, se possibile, per il rafforzamento del tradizionale negozio di vicinato - ha assicurato Ruffato - sarà perciò totale. (ANSA).




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