UN MILIONE E MEZZO DI DONNE NEL TERZIARIO

“Affermare una democrazia paritaria attraverso lo strumento giuridico, non parlando più di quote rosa per sostenere una maggiore presenza femminile a tutti i livelli di governance del nostro Paese”: è la proposta avanzata dal presidente nazionale di Terziario Donna Patrizia Di Dio, promotrice del convegno "Donne e governance. Un’impresa possibile" tenutosi recentemente in Confcommercio a Roma.

“Il deficit di democrazia, costituito dalla scarsa presenza femminile nei luoghi della rappresentanza politica e nelle istituzioni, è ancora oggi una lacuna che mantiene una certa disparità rispetto agli equilibri consolidati del genere maschile. Proprio per questo - sottolinea Di Dio - le donne imprenditrici di Confcommercio-Imprese chiedono una proporzionata presenza delle donne nella governance del Paese, non soltanto per l'attuazione della democrazia paritaria ma anche per un'esigenza economica, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale”. 

“Le imprenditrici sono una componente preziosa e importante della realtà imprenditoriale, il loro ruolo è fondamentale per la ripresa del Paese e per la sua crescita", ha detto il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, aprendo i lavori del convegno. “La presenza femminile è molto accentuata nei servizi di mercato - ha spiegato Sangalli- che oggi contribuiscono alla formazione del valore aggiunto e dell’occupazione per oltre il 50%".

 Quanto ai numeri, ricordati da Sangalli, sono oltre 1,5 milione le realtà femminili oggi in attività nel terziario e quelle guidate da imprenditrici registrano una produttività più elevata del 50% rispetto a quelle maschili. Accedere al settore del terziario e del commercio in particolare, è più semplice, ha spiegato Sangalli, perché ha meno barriere e vanta importanti margini di crescita. Ma non basta, perchè come ha detto ancora Sangalli “c’è un deficit di rappresentanza delle donne nel mondo della politica e delle istituzioni che travalica questioni di merito e di responsabilità”. Per il presidente “serve un cambiamento culturale con un sostegno più incisivo al welfare del quale le donne sono state per troppo tempo la ruota di scorta”.




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