TUTELA DEL TERRITORIO, "LA REGIONE RAZZOLA MALE"

centro commerciale“Paladini del paesaggio a parole, suoi persecutori nei fatti”. La pazienza è finita. Almeno quella di Confcommercio Veneto, che - in tema di salvaguardia del territorio - accusa i politici di predicare bene e razzolare male. Un’accusa lanciata al termine dell’ultimo Consiglio regionale che il 15 gennaio ha visto riuniti, assieme a quello regionale, tutti i vertici provinciali della Confederazione.


A fare da detonatore, il provvedimento sul commercio approvato nei giorni scorsi dal Consiglio regionale, che di fatto va nel senso esattamente contrario alle affermazioni dei leader regionali, a cominciare dal Presidente Luca Zaia, per continuare con il vicepresidente Marino Zorzato e con l’assessore Maria Luisa Coppola, che hanno più volte dichiarato: “Basta consumo di suolo e cementificazione nel Veneto”.


Il tema è stato tra i più discussi dal Consiglio di Confcommercio, che ha dibattuto sulla Legge regionale per le Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella regione del Veneto ed è pervenuto alla considerazione che la politica regionale, appunto, “predica bene, ma razzola male”.


“Si doveva fare di più e di meglio - dichiara in una nota Confcommercio Veneto - inserendo nella nuova Legge alcuni collegamenti con la normativa urbanistica affinché fosse finalmente e compiutamente realizzato il collegamento tra Urbanistica e Commercio”.


“Non aver previsto, tra l’altro, una corresponsabilità dei Comuni nei processi decisionali, con particolare riferimento alle medie e grandi strutture di vendita, comporterà una sicura rincorsa tra territori e territori per acquisire nuove aree da edificare da cui vengono generate risorse finanziare premiando i Comuni che svenderanno i territori e danneggiando gli amministratori locali responsabili”.


“Prevedere ancora nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (lo strumento urbanistico fondamentale) la possibilità di creare ulteriori cementificazioni per aree produttive e commerciali nelle prossimità dei caselli autostradali o in sfregio alle grandi arterie viabilistiche provocherà non solo ulteriore consumo del suolo ma generando sicure situazioni di dissesto idrogeologico. Le inondazioni del 2011 ne sono testimonianza, ma non hanno insegnato nulla”.


“Queste scelte che comportano anche la continua e inesorabile scomparsa di molti negozi di vicinato dai centri storici, dei piccoli paesi, dei sistemi collinari e montani, provocherà sempre più una difficoltà sociale, che si accentua nei confronti della popolazione più anziana (difficoltà legata alla mobilità) e porterà a conseguenze pesanti anche sul fronte della sicurezza dei cittadini”.


“Il tempo è scaduto per le parole – conclude Confcommercio Veneto -. Oggi vogliamo scelte coerenti con quanto affermato dai vertici regionali, anche se si va contro gli interessi dei poteri forti e di chi svende il territorio a discapito delle generazioni future e del nostro meraviglioso paesaggio, elemento principe ed emblema del valore turistico del Veneto nel mondo”.




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